La Riforma Basaglia

Il 13 maggio 1978 un provvedimento rivoluzionario dispose la chiusura degli ospedali psichiatrici. Un esempio che è ancora unico in Europa.

 

La riforma di Basaglia ha cambiato radicalmente la psichiatria italiana, portandola nella modernità.

Gli ospedali psichiatrici erano assolutamente antiterapeutici: enormi, con due o tremila persone, le terapie mirate erano impossibili.

Lo psichiatra, fino a 40 anni fa, doveva semplicemente custodire il malato, ritenuto pericoloso socialmente: una concezione ottocentesca di mera “passivizzazione della persona”. In situazioni spesso di degrado profondo, incompatibile con il XX secolo, descritte da tanti memoriali e ricordi.

“La libertà è terapeutica”, si leggeva sui muri di San Giovanni, il grande manicomio di Trieste.

E’ qui che negli anni 70 – sull’onda lunga della rabbia anti istituzionale del ’68 – lo psichiatra Franco Basaglia avvia la prima chiusura di un manicomio in Italia.

E’ l’inizio di una rivoluzione, medica, politica e culturale, che porta nel 1978 all’abolizione degli ospedali psichiatrici con la legge 180: una legge che oggi compie 40 anni ed è ancora un modello nel mondo, per i tanti Paesi dove i manicomi resistono.